Peggy Guggenheim, favolosa e affascinante, la più famosa mecenate del ‘900, ha amato i più grandi e ne ha collezionato i capolavori, regalando al mondo un museo prezioso.
Noi tutte, appassionate d’arte, abbiamo passato la fase Peggy. Per un periodo ho desiderato essere come lei, poi i travagli amorosi mi sono parsi un po’ troppo impegnativi e il mio delirio è scivolato nella deriva della deformazione professionale e mi sono chiesta: cosa ha spinto una delle ereditiere più facoltose del pianeta a votare la sua intera esistenza alla creazione di una collezione magnifica, praticando l’acquisto sistematico delle opere degli artisti più stimati e promettenti del suo tempo?
Pur avendo ereditato dallo zio Solomon la passione per il grande collezionismo (è il fondatore del museo Solomon R. Guggenheim di New York) Peggy non era in verità guidata da un innato gusto per i nuovi talenti; tant’è che, consapevole, si fece sempre affiancare negli acquisti da amici artisti e intellettuali (uno su tutti Piet Mondrian che le segnalò un certo Jackson Pollock).
Ma nessuno come Peggy sapeva dedicare tanto ardore e impegno alla ricerca del bello contemporaneo.
Certamente il fascino di vivere tra vernissage e ritiri creativi – ogni giorno immersa nei pensieri d’avanguardia e nel costante turbinio della catarsi creativa – è innegabile, ma non è stato solo il glamour ad aver condotto Miss Guggenheim all’inseguimento dell’arte.
Peggy era stata sedotta dal piacere di circondarsi di creatività e di bellezza e una volta conosciuta la soddisfazione di essere collezionista non ne ha potuto più fare a meno.
Così, quando mi chiedono un consiglio su come acquistare arte – oltre a fornire una consulenza su tendenze e quotazioni – voglio innanzitutto raccontare ai futuri acquirenti quale opportunità possa rappresentare possedere un’opera d’arte. Perché acquistare il pezzo giusto può rappresentare molto di più che un semplice investimento. Circondarsi d’arte significa immergere la propria vita nel gusto e nella raffinatezza culturale, far pervàdere la propria quotidianità dalla bellezza e da un’intensità creativa che solo l’arte può dare, in pillole chiamate capolavori.