Conoscere le regole del gioco del Mercato dell’Arte per fare della propria opera un’opportunità di investimento.
INDICE DEI CONTENUTI:
- L’ARTE COME BENE RIFUGIO?
- LA VERITA’ SUL MERCATO DELL’ARTE.
- L’ARTE COME INVESTIMENTO.
- STRATEGIE PER UN BUON INVESTIMENTO.
L’ARTE COME BENE RIFUGIO?
Negli ultimi anni si è spesso sentito parlare dell’acquisto d’arte come di una nuova frontiera dell’investimento finanziario. Da un lato i titoli dei giornali hanno scritto che banche e tycoon considerano l’arte un’eccezionale alternativa per la diversificazione dei patrimoni; dall’altro, non di rado, incontro clienti che desiderano vendere un’opera di famiglia, perché convinti che col tempo l’arte acquisisca valore.
Ma è davvero così, l’arte è il bene rifugio del nuovo millennio? Non è tutto falso ma nemmeno solo oro quello che luccica. Facciamo chiarezza.
LA VERITA’ SUL MERCATO DELL’ARTE.
Innanzitutto, non c’è nulla di più lontano dell’arte dalla definizione accademica di bene rifugio.
A differenza di questa tipologia di beni, le opere sono soggette al mutamento della moda, non possiedono un valore intrinseco (tela e colori valgono pochissimo), possono facilmente essere oggetto di speculazioni (bastano un gallerista e un paio di collezionisti disposti a investire per cambiare il destino di un artista) e vengono negoziate su un mercato poco trasparente nel quale non è facile muoversi per un non addetto ai lavori.
Tutte queste caratteristiche definiscono l’acquisto d’arte come un investimento ad alto rischio.
L’ARTE COME INVESTIMENTO.
Concetto Spaziale. Attese del 1967, quattro tagli di idropittura su tela è stato aggiudicato per 2.409.000 euro ad un’asta di Sotheby’s, registrando il record italiano per un’opera di Fontana.
Vi scoraggerò ancora un pochino, non perché l’arte non sia un buon investimento ma perché per fare il giusto acquisto è importante conoscere le regole del gioco.
Quindi, eccomi a sfatare il secondo mito, per il quale, l’arte dovrebbe acquisire valore col passare degli anni.
Se da un lato è giusto registrare che il giro d’affari intorno alle opere d’arte muove capitali sempre maggiori, dall’altro, la verità è che il mercato dell’arte non è unico ma è costituito da tanti mercati minori, il cui andamento dipende dal successo di un artista o del movimento a cui appartiene.
Per esempio, l’arte dell’Ottocento era di gran moda tra gli anni ‘80 e ‘90 e oggi purtroppo vede di gran lunga ridotte le sue quotazioni; al contrario di quanto è accaduto agli artisti dello spazialismo milanese degli anni ’60, i cui massimi esponenti, come Fontana e Castellani, registrano oggi quotazioni milionarie.
STRATEGIE PER UN BUON INVESTIMENTO.
Allora, perché le grandi banche d’investimenti e i più famosi magnati del pianeta inseriscono le opere d’arte all’interno dei loro assets?
Perché le opere d’arte, se ben acquistate, costituiscono effettivamente un’ottima opportunità ma, per avere successo in un mercato così eccezionale, è fondamentale definire la strategia che più si addice alle proprie aspettative.
Ne esistono diverse ma, oggi, vi svelo quelle che applico più spesso per i miei clienti:
- la prima, perfetta per chi preferisce un investimento più sicuro e a lungo termine, è quella di investire in artisti o periodi oggi sottovalutati, ma destinati a tornare in auge per l’importanza che hanno ricoperto nella storia dell’arte;
- la seconda strada è per chi non ha paura di aspettare in attesa dell’opera giusta, da acquistare ad un prezzo vantaggioso e da rivendere al valore di mercato;
- infine, la terza strategia è per chi vuole seguire l’evoluzione del proprio acquisto, investendo su un giovane artista, dopo averne analizzato il potenziale di successo.
Una volta capito che tipo di investitore siete, la regola d’oro per fare davvero un buon investimento è di non dimenticare mai che la prima cosa che guadagnate dall’avere acquistato un’opera d’arte è quella di poter portare a casa con voi una piccola dose di bellezza, da godere ogni volta che guardate il vostro capolavoro.
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